Alfa Romeo 33
Alfa 33 Imola
“Idea 33”. Con questo semplicissimo claim, nel 1983 l’Alfa Romeo presentò al pubblico il suo nuovo modello compatto, destinato a sostituire la matura Alfasud: l’Alfa 33.
La gestazione della nuova auto non fu troppo complessa. Realizzata su un pianale derivato da quello dell’Alfasud, la compatta di Pomigliano si presentava come un’evoluzione, sofisticata, del modello che andava a sostituire. Tecnicamente non vi erano differenze sostanziali, ad esclusione di una razionalizzazione della meccanica: posteriormente, freni a tamburo sostituirono i precedenti dischi (evidentemente giudicati come una inutile raffinatezza su una piccola Alfa Romeo…), all’anteriore i freni a disco a ridosso del differenziale, che caratterizzavano l’Alfasud, furono sostituiti da normali dischi sui mozzi delle ruote, mentre l’azione del freno a mano si spostava convenzionalmente al posteriore (l’Alfasud aveva lo strano freno a mano che agiva avanti). A queste variazioni, si affiancava un telaio irrigidito in previsione dell’aumento di peso e delle potenze in gioco e sospensioni McPherson all’anteriore ed un poco raffinato assale rigido con barra Panhard posteriormente.
Analogamente a quanto successo per l’Alfa 75, nonostante l’anzianità della base meccanica, la modernità del progetto originario permise alla neonata Alfa 33 di mantenere elevata l’immagine del marchio che la distingueva.
La 33 era una vettura prodotta dalla Alfa Romeo fra il 1983 e il 1995 nello stabilimento di Pomigliano d'Arco (NA).
Tipo................ ....Berlina
Inizio produzione .....1983
Sostituisce............. Alfa Romeo Alfasud
Fine produzione .......1995
Sostituita da............Alfa Romeo 145
Esemplari prodotti ....860.000 circa
Lunghezza berlina .....4.075 mm
Larghezza berlina .....1.614 mm
Altezza berlina.........1.350 mm
Peso ....................da 910 a 1.040 kg
Assemblaggio: ........Pomigliano d'Arco (NA)
Progetto ...............Design Ermanno Cressoni
Storia
Al momento di dare un'erede all'Alfasud, l'Alfa Romeo decise di cambiare la carrozzeria rendendola più dinamica, ma conservando buona parte della meccanica e dunque del pianale, fatta di motore boxer, trazione anteriore, retrotreno ad assale rigido, freni a disco sulle ruote anteriori e a tamburo sulle ruote posteriori (unica differenza rilevante rispetto all'antenata Alfasud) e cambio manuale a 5 marce su tutte le versioni.
Per ovviare al problema della mancanza di vere novità si decise quindi di optare per una linea che differisse abbastanza da quella della sua progenitrice: così dalla matita di Ermanno Cressoni venne fuori una vettura a due volumi e mezzo con portellone posteriore, con interni moderni e funzionali.
Analogamente a quanto successo per l’Alfa 75, nonostante l’anzianità della base meccanica, la modernità del progetto originario permise alla neonata Alfa 33 di mantenere elevata l’immagine del marchio che la distingueva.
L'Alfa 33, disponibile solo in versione a 5 porte, veniva assemblata a Pomigliano d'Arco e fu un grande successo: tra il 1983 e il 1995 vennero prodotti quasi un milione di esemplari. Il successo fu dovuto oltre che alla originalità del design alle ottime prestazioni: tenuta di strada, frenata, accelerazione e, non ultimo, l'inconfondibile (e accattivante) rombo proveniente dal motore boxer a carburatori doppio corpo. Proprio per la sua agilità e brillantezza di guida, a partire dal 1984 l'Alfa 33 fu adottata dalle forze di Polizia per la squadra volante nei grandi centri urbani, sia come vettura con le insegne ufficiali che come auto civetta.
Nei 12 anni di produzione subì molte evoluzioni, sia tecniche che estetiche, tuttavia si può dividere la carriera del modello in 2 serie.
La prima serie 1983-86
La Alfa 33, al momento della presentazione (1983) era disponibile in 2 versioni, la 1.3, spinta dal 4 cilindri boxer monocarburatore di 1351cc da 79cv (lo stesso delle Alfasud 1.3 SC) e la 1.5 Quadrifoglio Oro, mossa dal boxer monocarburatore di 1490cc da 85cv (proveniente dall'omonima versione dell'Alfasud che però lo montava in verisione bicarburatore da 95cv). Le due varianti differivano anche per l'allestimento interno ed esterno. La più ricca Quadrifoglio Oro era riconoscibile per la mascherina color argento metallizzato, gli ampi fascioni neri laterali, i copricerchi integrali, i profili color oro nei paraurti, gli indicatori di direzione anteriori con trasparente bianco, i rivestimenti interni in tessuto pregiato, il volante in legno e la dotazione più completa. La 1.3, priva di fascioni laterali, aveva invece la mascherina nera, coprimozzi neri sui cerchioni, i trasparenti arancioni per le frecce anteriori, il volante in plastica, rivestimenti meno pregiati e una dotazione di accessori ridotta. Una delle particolarità della prima serie consisteva nel quadro strumenti solidale con il piantone del volante regolabile ispirato vagamente alla Lamborghini Miura.
Il logo “Quadrifoglio Oro” su un’Alfa 33 prima serie
Nel 1984, con la definitiva uscita di scena delle Alfasud, la gamma della 33 si arricchì delle versioni 1.3 S, 1.5 4x4, 1.5 Quadrifoglio Verde e Giardinetta.
La 1.3 S era una una normale 1.3 equipaggiata col 1351cc bicarburatore da 86cv (ex Alfasud Ti 1.3), mentre la 1.5 Quadrifoglio Verde (spinta dalla versione da 105cv del boxer di 1490cc, anch’esso proveniente dall'omonima versione dell'Alfasud Ti) aveva una connotazione sportiva: paraurti e fascioni verniciati, mascherina specifica, alettone posteriore, cerchi in lega, bandelle sottoporta, sedili anteriori sportivi con poggiatesta traforati. La versione 1.5 4x4 berlina derivava dalla Quadrifoglio oro ma era dotata di trazione integrale inseribile e di motore dotato, nella versione iniziale, di un solo carburatore bicorpo con potenza di 85cv. Importante (e finalmente di successo) anche la riuscita versione station wagon a 5 porte, denominata Giardinetta. Disegnata da Pininfarina e dotata di un allestimento simile a quello della Quadrifoglio Oro, la Giardinetta era disponibile nelle versioni a trazione anteriore o 4x4, entrambe dotate di motore da 1490cc e 95cv nella versione con due carburatori doppio corpo. Le versioni a doppia trazione della prima serie venivano carrozzate dalla Pininfarina di Torino.
Il più evidente difetto delle 33 prima serie erano i consumi, legati al profilo abbastanza corsaiolo degli alberi a camme ed al sistema di alimentazione a carburatori. Anche il livello di finitura (non esaltante), l'impianto di ventilazione (poco efficiente) ed i freni (sottodimensionati su alcune versioni) non soddisfacevano.
Prima serie restyling (1986-89)
Il 1986 fu l’anno della maturità per la piccola Alfa 33. Nell’autunno di quell’anno un intervento di natura commerciale ne cambiò la denominazione da “Alfa 33” in “33”, che si distinguevano per pochi particolari estetici: le nuove targhette di identificazione, gli indicatori di direzione anteriori (bianchi) e posteriori (con trasparente bianco e rosso anziché arancio/bianco e rosso), la nuova calandra a maglie orizzontali più larghe e con il nuovo scudetto, i paraurti ritoccati e le sottili minigonne estese a tutta la gamma. Ma le vere novità erano all’interno, che era stato completamente ridisegnato: la tormentata plancia cedette il posto ad una più convenzionale, dal design lineare interrotto solo dal compatto cupolino fisso (nella prima versione era mobile con il volante) della strumentazione, identica a quella delle serie precedenti, ma meglio leggibile. Cambiava anche il volante, che perdeva il curioso “cuscino” centrale, mentre i rivestimenti e i pannelli porta si facevano più “importanti”. La gamma ’86, razionalizzata negli allestimenti, ma non in alcuni difetti congeniti (non era più disponibile il computer di bordo e l’Alfa Romeo Control era a richiesta, mentre il climatizzatore rimase inefficace), era composta dalle 1.3 e 1.3 S, dalla 1.5 TI da 105 cv, che sostituiva le precedenti Quadrifoglio Verde e Quadrifoglio Oro, dalla 1.5 4x4 da 105 cv e dalle nuove 1.7 Quadrifoglio Verde e 1.8 Turbodiesel, dotata non di un 4 cilindri boxer ma di un 3 cilindri in linea, prodotto dalla VM Motori, derivato dal 4 in linea dell'Alfa 90. Dal 1986 al 1988 viene prodotta un'edizione speciale denominata "33 1.3Silver", anche questa con motore Boxer da 1351cc a due carburatori doppio corpo con una potenza di 86 cv. Questo modello, oggi rimane molto difficile da trovare.
La nuova gamma comprendeva:
* 33 1.3 (1351cc, 79cv)
* 33 1.3 S (1351cc, 90cv)
* 33 1.3 Silver (1351, 86cv) - introvabile -
* 33 1.5 Ti (1490cc, 105cv)
* 33 1.5 4x4 (1490cc, 95cv)
* 33 1.7 Quadrifoglio Verde (1712cc, 114cv)
* 33 Giardinetta 1.3 (1351cc, 86cv)
* 33 Giardinetta 1.5 (1490cc, 95cv)
* 33 Giardinetta 1.5 4x4 (1490cc, 95cv)
Alfa 33 giardinetta
All'inizio del 1988 venne introdotta l'iniezione sul motore 1.7 e la potenza scese a 110cv dai 118 della Q.V. a carburatori.
La seconda serie (1989-95)
Ma nel panorama automobilistico di fine anni Ottanta la concorrenza sfornava modelli sempre più evoluti stilisticamente, specie nel segmento C, quello cioè delle vetture medie: nel 1988 fecero la loro comparsa la Fiat Tipo e la Renault 19, e l'anno seguente furono rinnovate anche la Peugeot 309, la Volkswagen Golf e la Rover Serie 200. Pertanto nell'autunno del 1989 anche l'Alfa 33 venne sottoposta a un sostanzioso restyling, che la omologò al nuovo family feeling introdotto dalla 164. Vennero modificati il frontale (completamente nuovo, spiovente e con paracolpi più avvolgenti), la coda allungata, alta e tronca e dotata di nuovi gruppi ottici simili a quelli della 164 che la attraversano trasversalmente, le maniglie porta e gli interni (completamente ridisegnati). Il lavoro di restyling riguardò qualche tempo dopo anche la versione Giardinetta, adesso denominata Sportwagon, ma si limitò soltanto alla parte anteriore. Anche la gamma dei motori venne rivista. Alla base si collocavano le 1.3 (1351cc, 2 carburatori e 86cv) e le 1.5 (1490cc, 2 carburatori, 105cv). Il top della gamma era rappresentato dal 1700 a iniezione, con testata a 8 (118cv) o 16 valvole (137cv). Per la 1.7 16v e "8v" era disponibile sia la trazione anteriore, sia quella integrale. Per la versione 1.7 8v la trazione alle ruote posteriori era ad inserimento comandato da apposito interruttore posto in plancia e controllata da apposita centralina elettronica, mentre per la versione 16 v denominata Permanent (<93) oppure Q4 (>94)la motricità era costantemente attiva sulle 4 ruote e trasferita all'occorrenza al ponte posteriore da giunto Ferguson (o giunto viscoso), anche in questo caso, il tutto controllato da apposita centralina collocata nel bagagliaio. Anche il 3 cilindri turbodiesel, aggiornato con l'adozione dell'intercooler e l'aumento della pressione di sovralimentazione a 1,2 bar, , vide crescere la potenza a 94cv.
Alfa 33 seconda serie del 1991
Alfa 33 quadrifoglio verde
La meccanica e il telaio subirono adeguamenti solo marginali, per correggere quanto possibile le noie alle sospensioni e alla geometria dell’avantreno, mentre l’abitacolo fu ulteriormente affinato.
Con queste modifiche, tra il 1989 e il 1990 le nuove 33 sostituirono le vecchie versioni, che sopravvissero grazie alle serie speciali 1.3S Red (bicolore rosso-grigio e con allestimenti interni della Quadrifoglio Verde) e 1.3S Blue (blu metallizzato con allestimenti interni della 1.7 i.e.), oltre che con la rara 1.3 con doppio carburatore a doppio corpo “Italia 90” vero canto del cigno della vecchia gamma 33.
La nuova gamma comprendeva:
* 33 1.3
* 33 1.3 L (con servosterzo)
* 33 1.3 VL
* 33 1.5
* 33 1.7 i.e.
* 33 1.7 i.e. 4x4 (trazione integrale inseribile)
* 33 1.7 i.e. 16v Quadrifoglio Verde
* 33 1.7 i.e. 16v Q4 Permanent (trazione integrale permanente)
* 33 1.8 TD
* 33 Sport Wagon 1.3
* 33 Sport Wagon 1.3 L
* 33 Sport Wagon 1.7 i.e.
* 33 Sport Wagon 1.7 i.e. 4x4 (trazione integrale inseribile)
* 33 Sport Wagon 1.7 i.e. Q4 Permanent (trazione integrale permanente)
* 33 Sport Wagon 1.8 TD
Le versioni con motore di 1.7 litri 8v si distinguevano per i paraurti in tinta e l'allestimento più ricco, mentre Quadrifoglio Verde e Permanent/Q4 avevano una connotazione decisamente sportiva: mascherina anteriore contornata di colore rosso, spoiler anteriore e specchi retrovisori esterni in tinta, alettone posteriore in tinta, bandelle sottoporta in tinta, paraurti maggiorati in tinta, ruote in lega specifiche e sedili sportivi.
Nel 1992 venne tolta di listino la Turbodiesel, mentre all'inizio del 1993, con l'obbligo del catalizzatore, tutti i motori vennero dotati di impianto di iniezione multipoint e marmitta catalitica. Le potenze erano di 90cv per le 1.3 i.e., di 97cv per le 1.5 i.e., di 115cv per le 1.7 i.e. e di 132cv per le 1.7 i.e. 16v.
Tra le versioni speciali a serie limitata, si può ricordare la 33 Imola (dapprima la versione IMOLA 1 del 1991/92, poi nel 1993 l'esordio della IMOLA 3 (ben riguardata), con motore 1.351cc boxer - 90CV, avente particolari finiture sia estetiche che di interno, come minigonne aerodinamiche, alettone posteriore, cerchi in lega, interni in pelle e camoscio (ben diversi dalla IMOLA 1, che era allestita con sedili in normale tappezzeria scozzese), autoradio, ed altri accessori di serie. Auto particolarmente aggressiva e sportiva, venne prodotta in tre colori: rossa, bianca e nera.
Così, dal 1993 al 1995, la 33 continuò ad essere presente sul mercato con le sole versioni catalizzate, giungendo alla soglia del milione di esemplari. Nell'autunno del 1994 la 33, che ormai sentiva veramente il peso di ben undici anni di carriera, prima di uscire definitivamente di scena affiancò la neonata 145, sua erede, fino all'esordio della 146 nel 1995, anch'essa destinata a rimpiazzarla.
Caratteristiche tecniche
Prestazioni e consumi
1300
* velocità massima: 167 km/h
* peso in ordine di marcia: 910 Kg
* consumi:
o a 90 km/h: 5.8 l per 100 Km
o a 120 km/h: 8 l per 100 km
o percorso urbano 10 l per 100 km
1300S
* velocità massima: 172 km/h
* peso in ordine di marcia: 910 Kg
* consumi:
o a 90 km/h: 5.5 l per 100 km
o a 120 km/h: 7.9 l per 100 km
o percorso urbano 10.3 l per 100 km
1500TI
* velocità massima: 185 km/h
* peso in ordine di marcia: 910 Kg
* consumi:
o a 90 km/h: 6 l per 100 km
o a 120 km/h: 8.5 l per 100 km
o percorso urbano 10.7 l per 100 km
1500 4x4 e sportwagon 4x4
* velocità massima: 182 km/h
* peso in ordine di marcia: 970/990 Kg
* consumi:
o a 90 km/h: 5.8 l/6.1 per 100 km
o a 120 km/h: 8.1/8.3 l per 100 km
o percorso urbano 11.1 l per 100 km
1700
* velocità massima: 200 km/h
* consumi:
o a 90 km/h: 5.9 per 100 km
o a 120 km/h: 8.2 l per 100 km
o percorso urbano 11.4 l per 100 km
Motore
Si parte da 1,3 litri (ma per una prte del mercato estero è disponibile acnhe come 1,2) per poi passare a 1,5 e arrivare anche a 1,7 litri. L'alimentazione iniziale è a carburatori, in seguito viene introdotta l'iniezione elettronica BOSCH LE-Jetronic. Nel 1988 tutti i motori boxer adottano camere di scoppio a profilo lenticolare che consente l'utilizzo della benzina verde senza piombo. Dal 1990 sul 1.7 arrivano le 4 valvole per cilindro, la potenza varia dagli iniziali 79 cv della prima serie fino a quasi raddoppiare con i 133 cv della permanent 4, una 1.7 con la trazione integrale. Dal 1986 al 1992 è stato anche prodotto un 3 cilindri in linea a gasolio sovralimentato studiato dalla VM di Cento (Ferrara) con le testate separate. motore 1300 (305.02),1300 (301.68)
* Alesaggio (mm): 80
* corsa (mm): 67.2
* cilindrata (cc): 1351
* rapporto di compressione: 9;9.7
* potenza massima cv/kW a giri/min: 79/58 a 6000; 86/63.3 a 5800
* coppia massima N*m a g/m: 11.3 a 3500; 12.1 a 4000
motore 1500 (305.04); motore 1500 (305.20); motore 1500 (301.46)
* Alesaggio (mm): 84
* corsa (mm): 67.2
* cilindrata (cc): 1490
* rapporto di compressione: 9;9.5;9.5
* potenza massima cv/kW a giri/min: 85/62 a 5800; 95/50 a 5750; 105/77.2 a 6000
* coppia massima N*m a g/m: 12,3 a 3500; 13 a 4000; 13.6 a 4000
motore 1700 (305.50)
* Alesaggio (mm): 87
* corsa (mm): 72.2
* cilindrata (cc): 1712
* rapporto di compressione: 9.5
* potenza massima cv/kW a giri/min: 114/84 a 6000
* coppia massima N*m a g/m: 15 a 4000
Sospensioni e freni
* anteriore
Ruote indipendenti Mc Pherson con bracci inferiori e puntoni montati su silentbloc. Molle elicoidali concentriche e disassate rispetto agli ammortizzatori telescopici bitubo. Un cuscinetto assale a rulli supporta la sede inferiore della molla.
* posteriore
Assale rigido tubolare guidato mediante tiranti longitudinali (due su ogni lato), disposi a parallelogramma di Watt e una barra Panhard trasversale. Molle elicoidali e ammortizzatori telescopici.
* Freni a comando idraulico a doppio circuito (uno anteriore e uno posteriore). Freni anteriori a disco (diametro 239 mm) e posteriori a tamburo (diametro 223 mm ). Servofreno, regolatori di frenata sulle ruote posteriori.
ABS a richiesta su alcune versioni della 2° serie (opzione che contempla dischi anche al retrotreno)
Alimentazione e accensione
Pompa di alimentazione meccanica a membrana azionata dall'eccentrico del puntalino di comando pompa olio e distributore di accensione. ( P = 0.18 – 0.30 Kg/cm^2 a 5000 g/min pompa Fispa e a 6000 giri/min pompa Savara )
* 1300 e 1500/85 cv
Un carburatore doppio corpo di marca Weber o Solex.
* 1300/86cv, 1500/95 cv, 1500/105 cv, 1700
Due carburatori doppio corpo Weber o Dell'Orto.