]
Nel 1977 la Giulietta fece la sua comparsa nell'affollato mondo delle berline di media categoria, dalla sua poteva vantare un design innovativo, rappresentato dall'andamento marcatamente cuneiforme, un frontale massiccio e aggressivo e una coda alta e prominente, che dava slancio al corpo vettura, passò attraverso face lifting e restyling e approdò al 1985, ma era sempre lei, con la stessa pregevolissima meccanica di origine sportiva tipica dell'Alfa Romeo, urgeva però una sua rapida sostituzione, la concorrenza avanzava e il fascino del cuneo unito alla meccanica di prim'ordine non bastavano più a mantenere alto l'appeal e l'interesse per questo modello . Non era facile sostituire la Giulietta, con i pochi fondi disponibili l'industria di stato dovette però muoversi in fretta, l'equipe di designer guidati da Ermanno Cressoni (scomparso nel 2005), responsabile del centro stile Alfa Romeo, lavorarono sodo sulla base della medesima scocca della progenitrice e partorirono una berlina che in realtà non si discostava molto dalla Giulietta, con un'andamento marcatamente cuneiforme, il frontale aggressivo, la coda alta e prominente, con la modanatura nera che percorreva tutta la fiancata fino a congiungersi, in un tutt'uno con il profilo nero in coda. Il 17 Maggio del 1985 , l'Alfa Romeo 162B, era pronta per la ribalta. Sulla stampa era indicata con la denominazione “K1” .
Tipo......................Berlina
Inizio produzione.......1985
Sostituisce la: ..........Alfa Romeo Giulietta (nuova)
Fine produzione ........1992
Sostituita da:............Alfa Romeo 155
Dimensioni
Lunghezza................4.330 mm
Larghezza................1.630 mm
Altezza ...................1.400 mm
Assemblaggio............Arese (MI)
Progetto..................Design Ermanno Cressoni per Centro Stile Alfa Romeo
Altre antenate...........Alfa Romeo Alfetta
Concorrenti .............Audi 80, Citroën BX, Fiat Regata, Ford Orion, Opel Kadett, Rover 213/216, Volkswagen Jetta e Passat
La prima serie (1985-88)
Erede della Giulietta '77, la 75 venne presentata nel maggio del 1985 per festeggiare il 75° anniversario della casa (da cui appunto il nome) in un momento finanziariamente molto difficile per la Casa, di proprietà statale. Con le poche risorse a disposizione non era possibile progettare un'automobile nuova, bisognava conservare non solo la meccanica (a sua volta derivata da quella della Alfetta) ma anche l'intera ossatura della carrozzeria della Giulietta. Con un'operazione simile a quella che, l'anno precedente, aveva portato alla luce l'Alfa 90, vennero ridisegnate unicamente le parti esterne dei lamierati. La profilatura perimetrale in plastica nera serviva per coprire l'aspetto delle portiere,che erano le stesse della Giulietta,e per accentuare la linea a cuneo della vettura. Come tutta la meccanica anche i motori, 4 cilindri bialbero con alimentazione a 2 carburatori, erano i medesimi della Giulietta, come pure il turbodiesel 2 litri della VM Motori. A questa gamma s'aggiungeva il V6 Busso di 2492cc a iniezione da 158cv) (lo stesso di Alfa 90 e Alfetta GTV 6). Grazie all'adozione dell'intercooler e all'aumento della pressione di sovralimentazione la 2.0 Turbodiesel aveva 90cv (anziché 82). La gamma d'esordio era così articolata:
75 1.6 (1570cc, 109cv)
75 1.8 (1779cc, 120cv)
75 2.0 (1962cc, 128cv)
75 2.5i V6 Quadrifoglio Verde (2492cc, 158cv)
75 2.0 TD (1995cc. 90cv)
Le versioni 1.6,1.8 e 2.0 TD costituivano la base della gamma (paraurti monocolore grigio, indicatori di direzione anteriori arancio, dotazione di accessori ridotta),cerchi da 13", mentre le 2.0 e 2.5i V6 Quadrifoglio Verde avevano un allestimento più curato (paraurti con fascia centrale in tinta, frecce anteriori bianche,cerchi da 14" e dotazione più completa).Quest'ultima aveva anche un interno dedicato con tessuti e profilatura dei sedili anteriori specifica.
Nonostante non proponesse nulla di sostanzialmente nuovo, la 75 ottenne grande successo. Nel 1986 venne presentata la 75 1.8 Turbo, spinta da una versione turbocompressa da 155 cv del classico bialbero di 1779 cc. Prestazioni, carrozzeria e interni erano simili a quelli della Quadrifoglio Verde. Una versione da corsa della 75 Turbo venne iscritta al campionato italiano SuperTurismo. Per celebrare i discreti risultati ottenuti nella competizione, alla fine dello stesso anno, venne prodotta (in 500 esemplari) la 75 Turbo Evoluzione, con motore identico alla 75 Turbo normale e con carrozzeria molto vistosa (spoiler anteriore, minigonne, cerchi in tinta, strip adesive).
Nel 1987, per celebrare lo sbarco avvenuto un anno prima con il nome Milano della 75 sul mercato USA, vennero lanciate le 75 America,disponibili in due motorizzazioni:1.8 Turbo (1779 cc,155 cv) e 3.0 V6 (2959 cc,188 cv).
Le due versioni prendono la denominazione America grazie all’adozione della scocca realizzata per la Milano,caratterizzata dagli scudi paraurti ad assorbimento di energia, dal serbatoio carburante in posizione protetta dietro lo schienale del divano posteriore oltre che di maggiore capacità (70 litri in luogo dei 49). Le versioni preserie della 3.0 America presentavano i classici profili grigi della carrozzeria in tinta vettura e il terminale di scarico centrale. Successivamente,con l’entrata in produzione,la 3.0 america riceve i normali profili grigi e lo scarico a destra del paraurti come la versione turbo.La particolare disposizione del terminale di scarico è dovuta al maggior spazio a disposizione sotto il bagagliaio data l’assenza del serbatoio e permette un silenziatore piu grosso in luogo di quello doppio per le versioni con silenziatore al centro del paraurti.La caratterizzazione sportiva è completata da nuovi codolini passaruota,nuove minigonne sottoporta,piccolo spoiler sul baule e deflettori aerodinamici sui finestrini anteriori. All’interno una nuova selleria in velluto con inserti in pelle e cuciture rosse, oltre alla nuova strumentazione introdotta con la Evoluzione.: la prima rimpiazzava le 75 Turbo con carrozzeria normale, mentre la seconda prendeva il posto della Quadrifoglio Verde.Sempre nel 1987,venne lanciata la 75 2.0i Twin Spark. Il classico 4 cilindri bialbero 2 litri beneficiò di alimentazione a iniezione, testata a doppia accensione e variatore di fase (oggi conosciuta come tecnologia MIVEC). La potenza saliva da 128 a 148cv.Gli elementi che caratterizzano l’estetica, sono i medesimi delle versioni “America”, fatta eccezione per gli scudi paraurti normali.
La seconda serie (1988-92)
Sul finire del 1988 la 75 subisce un leggero restyling: esteticamente la calandra perde i listelli orizzontali, soppiantati da due prese d'aria a nido d'ape più grandi, mentre i gruppi ottici posteriori diventano completamente rossi,cambia la grafica delle placche identificative posteriori, tutte le versioni ora ricevono il cofano motore in rilievo prima elemento distintivo delle versioni più potenti. L’interno delle versioni 1.6, 1.8 e 2.0 TD ha ora nuovi sedili in velluto, una grafica migliorata e piu’ leggibile del quadro strumenti, bianca su sfondo nero con illuminazione verde. Una nuova versione del 1.8 alimentato ad iniezione elettronica Bosch Motronic e variatore di Fase equipaggia la 75 1.8 IE, che affianca brevemente nei listini la 1.8 a carburatori. La potenza del bialbero 1779cc e’ invariata, ma l’iniezione elettronica ed il variatore di fase, le conferiscono notevole regolarità di funzionamento e contenimento dei consumi.Sarà una vettura molto apprezzata dalla clientela.All’esterno si caratterizza per l’adozione del piccolo spoiler sul baule e per i deflettori aerodinamici sui finestrini. Come successo 9 anni prima con l' Alfetta, un motore di cubatura maggiore affianca la 2.0 TD, si tratta del 4 cilindri 2393 cc da 112 cv (sempre prodotto dalla VM).La notevole coppia motrice sviluppata dal propulsore induce l'Alfa Romeo all’adozione di una frizione bi-disco. La 75 2.4 TD offre gli allestimenti esterni ed interni della versione Twin Spark.
Nel 1989 cambiò la disposizione delle scritte posteriori e ci furono alcune migliorie nella disposizione dei comandi secondari sul quadro strumenti.Anche la versione 1.6 viene dotata del sistema di iniezione elettronica Bosch Motronic e variatore di fase. Nella primavera del 1990 vengono presentate la 75 Turbo Quadrifoglio Verde da 165 cv e la 75 3.0 V6 Quadrifoglio Verde potenziata da 192 cv,caratterizzate da nuovi interni in velluto spigato.La versione Quadrifoglio Verde è l’unica della serie turbo ad avere il servosterzo di serie,prima non presente nemmeno opzionale. Sono disponibili a richiesta le versioni catalizzate 2.0 Twin Spark Europa e 3.0 V6 Europa. La gamma '90 comprendeva:
75 1.6
75 1.6 i.e.
75 1.8 i.e.
75 2.0i Twin Spark
75 Europa 2.0i Twin Spark cat Europa
75 1.8i Turbo Quadrifoglio Verde
75 3.0i V6 Quadrifoglio Verde
75 3.0i cat V6 Quadrifoglio Verde Europa
75 2.0 Turbodiesel
75 2.4 Turbodiesel
All'inizio del 1992, col debutto della nuova 155, la gamma 75 venne ridotta alle sole versioni 1.6 cat Europa e 2.0 TD,unificate nell'allestimento sia esterno che interno(paraurti e specchi retrovisori in tinta,spoiler posteriore ed interni uguali alla Twin Spark).Restò a listino fino ai primi mesi del 1993.
È da segnalare però che in alcuni mercati la commercializzazione delle 75 1.6 e 1.8 in versione catalizzata continuò fino al 1994, e fino ad allora la clientela continuava ad apprezzare soprattutto il vecchio modello, piuttosto che la 155: questo perché la nuova berlina fu realizzata eccessivamente in fretta, sul pianale utilizzato alcuni anni prima anche per la Lancia Dedra e la Fiat Tempra, e disponeva di una meccanica eccessivamente "Fiat", che deluse gli alfisti più puri, infatti la 75 fu l'ultima Alfa Romeo ad avere trazione posteriore e motore longitudinale.
La fine della 75 è la fine di un'epoca
Con la fine della 75, avvenuta nel 1992 (anche se sopravvissero sino a tutto il 1993 alcune versioni) scomparve anche la tradizione Alfa Romeo e con essa l'epopea delle beline da famiglia che vincono le corse, inaugurata nel 1950 con la berlina 1900. L'Avvento di Fiat ebbe la conseguenza in primo luogo di un totale azzeramento di tutte quelle competenze tecniche che fino a quel momento erano riconosciute per la loro maetria e passione, tuttavia occorre dire che la 75 sopravvisse grazie anche alle derivate sportive S.Z ed R.Z, notoriamente nota come 75 coupè ma derivata nello specifico dalla 75 IMSA. L'ultima RZ (Roadster Zagato) fu consegnata nel 1995. Un'anno prima morì anche l'ultima discendente della stirpe Spider Duetto