E' anche da vedere se ancora si ricordano come si mette a punto un Watt (questa è cattiva lo sò) e soprattutto speriamo che non si affidino troppo all'elettronica per farla stare in strada (e lo dico da studente di Ing. Informatica, ormai tutte la auto moderne stanno in strada grazie al software più che alla messa a punto meccanica), secondo me un multilink fatto bene (potrebbero "chiamare" qualche Ing dalla Ferrari che ultimamente ha fatto la 458 con il multilink dietro) e ovviamente un autobloccante tarato bene e dovrebbe andare beneZeroAlfa ha scritto: Sì, è vero: potrebbe anche trattarsi solo di questo. Però un Watt ci starebbe proprio bene: con un corpo vettura così leggero, non è detto che un multlink sia sufficiente a gestire tutto. Si tratta di un prodotto di nicchia: almeno in questi casi, un po' di fantasia progettuale in più non guasterebbe.
La 4C.
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Re: La 4C.
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Re: La 4C.
Ehm... Sì, cattivissima.Gabrik ha scritto: E' anche da vedere se ancora si ricordano come si mette a punto un Watt (questa è cattiva lo sò)
Ma no, dai. Alla fine un parallelogramma di Watt non è poi una cosa complicata: nulla di più che un equilibrio di spinta e reazione. Come dicevi anche tu, è solo una questione di costi: se solo lo volessero, per mettere a punto un parallelogramma impiegherebbero un attimo. Non dimentichiamoci che lo adotta persino l'attuale Opel Astra, tanto per capire che non è poi tutto questo miracolo della tecnica.
Questo è il retrotreno dell'Astra:
Speriamo proprio di no, anche perché si tratta di un modello sotto molto aspetti concepito come abbastanza estremo, dal sapore vagamente Lotus. Intendiamoci, siamo nel 2012 e quindi è inutile aspettarsi un'auto tutta meccanica e zero elettronica, però sarebbe un peccato ridurla ad un ammasso di sensori e attuatori.e soprattutto speriamo che non si affidino troppo all'elettronica per farla stare in strada
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Re: La 4C.
Ormai, quasi ogni settimana che passa salta fuori qualche dettaglio in più.
Carmelo aveva visto giusto: la 4C monta cerchi da 17" all'avantreno e cerchi da 18" al retrotreno. Almeno i mulotìpi che girano sono tutti equipaggiati così ed è pensabile che questa formula venga mantenuta anche sulla versione definitiva. Come sicuramente verrà mantenuta anche la scelta di equipaggiare la 4C sempre e solo col cambio a doppia frizione TCT, questa volta, però, comandato esclusivamente dalle palette al volante: nell'abitacolo manca del tutto la leva del cambio. Il manettino DNA non più una novità, visto che ormai lo conosciamo da tempo su Mito e Giulietta: lo avrà anche la 4C, ma questa volta le modalità selezionabili saranno quattro invece delle solite tre. Il peso complessivo prefissato al momento della delibera del progetto era di 850 kg: alla fine, la macchina peserà intorno ai 920 kg, chilo più chilo meno. Tutto sommato è un buon risultato. Di meglio, nel 2012, è davvero difficile fare, anche perché non si può dire che stiano andando al risparmio: scocca in vasca di carbonio preimpregnato, tralicci di alluminio per l'ancoraggio delle sospensioni, carrozzeria interamente in composito. Stando così le cose, se anche si montasse il 1750 TBi da 235 cv della Giulietta Quadrifoglio Verde, il rapporto peso/potenza sarebbe intorno ai 4 kg/cv. In realtà, il nuovo 1750 TBi che equipaggerà la 4C, di cavalli ne erogherà almeno 250: quindi, il rapporto peso potenza sarà leggermente più vantaggioso (almeno 3,6 kg/cv).
Un collaudatore beccato durante uno dei tanti test su strada si è poi lasciato un po' andare e ha rivelato come i maggiori problemi di messa a punto che stanno riscontrando sono essenzialmente due.
Il primo è legato al raffreddamento della zona motore, che - è bene ricordarlo - sul 4C è in posizione centrale: in pratica, gran parte del tempo impiegato per sviluppare la macchina se ne è andato lavorando sul fondo scocca per ottimizzare questo aspetto dell'auto.
Il secondo problema riguarda l'handling della vettura. Nel gruppo Fiat, l'ultima vettura a motore centrale è stata la X1/9. Ormai è passato "qualche" anno e quindi hanno dovuto praticamente fare esperienza da zero: al contrario di quanto normalmente accade, questa volta non esisteva un modello su cui potere allestire i muletti... Si è dovuto prima fare parecchio lavoro in virtuale e poi fare un grosso lavoro soprattutto dal vivo, direttamente sui muletti che si vedono in giro in questi ultimi tempi. Le difficoltà maggiori sono nate dalla scelta di fare un prodotto abbastanza estremo, ma allo stesso tempo capace di non essere proprio ingestibile nel traffico quotidiano. Dunque, la necessità di dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte, senza - tra l'altro - potere contare su artifici come ammortizzatori a controllo elettronico che, se da un lato avrebbero facilitato il compito dei tecnici, dall'altro avrebbero fatto lievitare peso, costi e avrebbero fatto pure perdere alla 4C l'aspetto di una sportiva pura. A questo proposito, pare che lo stesso collaudatore sia stato visto faticare parecchio col volante al momento di uscire da un parcheggio: la cosa pare francamente impensabile per un'auto sportiva finché si vuole ma comunque destinata ad affrontare il mercato del 2012, ma a qualcuno è venuto il dubbio che - pur di tirare fuori una sportiva dura e pura - abbiano deciso di tagliare fuori dal progetto persino il servosterzo!!
Infine, qualche dato sulla produzione. La scocca in vasca di carbonio preimpregnato sarà prodotta dal gruppo Adler in una fabbrica creata per l'occasione ad Airola, in Campania. L'assemblaggio finale, invece, avverrà negli stabilimenti modenesi della Maserati. A regime, si prevede una produzione di dieci vetture al giorno. Nulla di definito,ancora, per la versione spider della 4C: se arriverà, lo farà comunque tra fine 2014 e inizio 2015.
Carmelo aveva visto giusto: la 4C monta cerchi da 17" all'avantreno e cerchi da 18" al retrotreno. Almeno i mulotìpi che girano sono tutti equipaggiati così ed è pensabile che questa formula venga mantenuta anche sulla versione definitiva. Come sicuramente verrà mantenuta anche la scelta di equipaggiare la 4C sempre e solo col cambio a doppia frizione TCT, questa volta, però, comandato esclusivamente dalle palette al volante: nell'abitacolo manca del tutto la leva del cambio. Il manettino DNA non più una novità, visto che ormai lo conosciamo da tempo su Mito e Giulietta: lo avrà anche la 4C, ma questa volta le modalità selezionabili saranno quattro invece delle solite tre. Il peso complessivo prefissato al momento della delibera del progetto era di 850 kg: alla fine, la macchina peserà intorno ai 920 kg, chilo più chilo meno. Tutto sommato è un buon risultato. Di meglio, nel 2012, è davvero difficile fare, anche perché non si può dire che stiano andando al risparmio: scocca in vasca di carbonio preimpregnato, tralicci di alluminio per l'ancoraggio delle sospensioni, carrozzeria interamente in composito. Stando così le cose, se anche si montasse il 1750 TBi da 235 cv della Giulietta Quadrifoglio Verde, il rapporto peso/potenza sarebbe intorno ai 4 kg/cv. In realtà, il nuovo 1750 TBi che equipaggerà la 4C, di cavalli ne erogherà almeno 250: quindi, il rapporto peso potenza sarà leggermente più vantaggioso (almeno 3,6 kg/cv).
Un collaudatore beccato durante uno dei tanti test su strada si è poi lasciato un po' andare e ha rivelato come i maggiori problemi di messa a punto che stanno riscontrando sono essenzialmente due.
Il primo è legato al raffreddamento della zona motore, che - è bene ricordarlo - sul 4C è in posizione centrale: in pratica, gran parte del tempo impiegato per sviluppare la macchina se ne è andato lavorando sul fondo scocca per ottimizzare questo aspetto dell'auto.
Il secondo problema riguarda l'handling della vettura. Nel gruppo Fiat, l'ultima vettura a motore centrale è stata la X1/9. Ormai è passato "qualche" anno e quindi hanno dovuto praticamente fare esperienza da zero: al contrario di quanto normalmente accade, questa volta non esisteva un modello su cui potere allestire i muletti... Si è dovuto prima fare parecchio lavoro in virtuale e poi fare un grosso lavoro soprattutto dal vivo, direttamente sui muletti che si vedono in giro in questi ultimi tempi. Le difficoltà maggiori sono nate dalla scelta di fare un prodotto abbastanza estremo, ma allo stesso tempo capace di non essere proprio ingestibile nel traffico quotidiano. Dunque, la necessità di dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte, senza - tra l'altro - potere contare su artifici come ammortizzatori a controllo elettronico che, se da un lato avrebbero facilitato il compito dei tecnici, dall'altro avrebbero fatto lievitare peso, costi e avrebbero fatto pure perdere alla 4C l'aspetto di una sportiva pura. A questo proposito, pare che lo stesso collaudatore sia stato visto faticare parecchio col volante al momento di uscire da un parcheggio: la cosa pare francamente impensabile per un'auto sportiva finché si vuole ma comunque destinata ad affrontare il mercato del 2012, ma a qualcuno è venuto il dubbio che - pur di tirare fuori una sportiva dura e pura - abbiano deciso di tagliare fuori dal progetto persino il servosterzo!!
Infine, qualche dato sulla produzione. La scocca in vasca di carbonio preimpregnato sarà prodotta dal gruppo Adler in una fabbrica creata per l'occasione ad Airola, in Campania. L'assemblaggio finale, invece, avverrà negli stabilimenti modenesi della Maserati. A regime, si prevede una produzione di dieci vetture al giorno. Nulla di definito,ancora, per la versione spider della 4C: se arriverà, lo farà comunque tra fine 2014 e inizio 2015.
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Re: La 4C.
molto interessante, sembra che la cosa vada avanti, sono curioso di sapere che posizione hanno aggiunto nel Dna ed anche si sentire che sound avrà.
Se restano sotto i 1.000 kg è un ottimo risultato, l'importante è che non si taglino accessori preziosi, ad esempio l'eventuale assenza del servosterzo farebbe la gioia dei puristi ma farebbe storcere il naso alla clientela più esigente
Se restano sotto i 1.000 kg è un ottimo risultato, l'importante è che non si taglino accessori preziosi, ad esempio l'eventuale assenza del servosterzo farebbe la gioia dei puristi ma farebbe storcere il naso alla clientela più esigente
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Re: La 4C.
ZeroAlfa ha scritto: abbiano deciso di tagliare fuori dal progetto persino il servosterzo!!
Spero di no, sarebbe da pazzi
invece si confermano le voci che avevo sentito che avevano problemi sulla messa a punto dell'handling, il fatto che i cerchi dietro e di conseguenza le gomme dietro siano più larghe è ottimo, per un auto a motore centrale sarebbe da pazzi avere 4 gomme di larghezza uguale, spero che il 4° settaggio nel DNA sia "tutto off" così da poter essere sfruttata in pista senza i tagli dell'elettronica (che su Mito a detta di molte testate giornalistiche anche in D era troppo invasiva), il motore stando alle ultime indiscrezioni dovrebbe essere il GEMA 1.8 completamente in alluminio turbizzato che dovrebbe avere come dice ZeroAlfa sui 250cv, che sarebbe anche la soglia psicologica per il superbollo, magari io per l'estero (vedi USA) ne farei anche una versione sui 300cv
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Re: La 4C.
e non si sa cpme siamo messi a distribuzione di pesi?
se si hanno 250 cv, si pesa meno di 1000 kg, la vettura deve essere bilanciata, per fargli avere almeno una giusta aderenza. che poi si traduce in una migliore prestazione. la nissan gtr non è certo leggerina, ma fa lo 0-100 in 2.84 (la veyron in 2.3).
se si hanno 250 cv, si pesa meno di 1000 kg, la vettura deve essere bilanciata, per fargli avere almeno una giusta aderenza. che poi si traduce in una migliore prestazione. la nissan gtr non è certo leggerina, ma fa lo 0-100 in 2.84 (la veyron in 2.3).
[img]http://img52.imageshack.us/img52/3406/firmaspiderdux.jpg[/img]
[img]http://img8.imageshack.us/img8/9278/socio54.jpg[/img]
La mia prima Alfa Romeo a 2 anni. [b][color=#BF0000]Un'Alfa Romeo 8C 2300 Spider (1932)[/color].[/b]
Ovviamente era in scala 1:18! [img]http://images.spritmonitor.de/422854_31.png[/img]
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La mia prima Alfa Romeo a 2 anni. [b][color=#BF0000]Un'Alfa Romeo 8C 2300 Spider (1932)[/color].[/b]
Ovviamente era in scala 1:18! [img]http://images.spritmonitor.de/422854_31.png[/img]
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Re: La 4C.
Credo che tutti, guardando a questa 4C, rivedano in lei buona parte della filosofia costruttiva che nel 1989 stava alla base del prototipo ES 30 poi diventato la SZ e la RZ. Naturalmente è passato quasi un quarto di secolo e la tecnologia ha fatto progressi una volta inimmaginabili, ma alcune cose non possono che tornare alla mente. Con analogie e differenze.
Sulla 4C come sulla SZ, per esempio, parliamo di carrozzeria in materiale composito.
Nel caso della SZ, si usò la resina metacrilica termoindurente “Modar” prodotta dalla azienda britannica ICI, che aveva un elevato grado di resistenza agli urti e alle fiamme, una accettabile finitura superficiale e pure tempi di permanenza negli stampi abbastanza ridotti (per l'epoca). Per costruirla, si seguiva il procedimento dell’iniezione a bassa pressione a freddo entro uno stampo nel quale veniva preventivamente inserito un “materasso preformato” in fibra di vetro. Il Modar resisteva più che dignitosamente agli agenti atmosferici e - cosa determinante per la scelta di questo materiale - era facilmente verniciabile nei soliti impianti a forno con temperature di 80°C. In realtà, la 4C si spingerà oltre, perché sulla SZ si era stati costretti a fare ricorso anche ad altri materiali per garantire un'adeguata rigidità torsionale: è il caso dell'alluminio usato per il tetto. Non solo. Sulla SZ il carbonio lo si era potuto impiegare solo per realizzare l'alettone posteriore, mentre, sulla 4C, in carbonio sarà l'intera scocca.
Diversamente dalla 4C, invece, la SZ scontava un limite enorme: il telaio.
Il telaio della SZ, infatti, restava quello della 75, assolutamente convenzionale e in acciaio, la quale cosa creò parecchi problemi non solo perché si dovette studiare una procedura di incollaggio dei pannelli della carrozzeria in Modar al telaio in acciaio che prima non era mai stata sperimentata, ma anche perché - nonostante tutti gli sforzi possibili e immaginabili - il peso a vuoto della vettura restò sempre a quota 1300 kg, che per un'auto di appena quattro metri costruita con materiali per l'epoca così innovativi e costosi era tantissimo. Ciò, come se non bastasse, nonostante sulla SZ la dotazione di accessori fosse comunque ridotta all'osso pure secondo gli standard del 1990: praticamente, ci voleva poco che risultasse meglio accessoriata persino una berlina degli anni Sessanta. A tal riguardo, è bene ricordarsi che sulla SZ non erano disponibili (neanche come optional) "cosucce" che pure alla fine degli anni Ottanta venivano assolutamente pretese da chi staccava un assegno di ben 100 milioni di lire, come ABS e aria condizionata. In pratica, era un'auto che si acquistava solo per guidare, guidare e ancora guidare. Che, detta così, può sembrare una gran cosa agli occhi dell'appassionato tutto pista e cordoli. All'atto pratico, però, il fatto che si scelse di produrne solo 998 esemplari la diceva lunga non solo sulla insostenibilità dei costi di tutta l'operazione, ma anche sulla consapevolezza che era un'auto assolutamente inadeguata alle richieste del mercato e destinata esclusivamente ad un tipo di consumatore che definire "di nicchia" era già un eufemismo.
Sulla 4C, i progettisti hanno avuto la possibilità di partire da un foglio bianco, potendo contare non su componenti adattati qua e là dove si può, ma su componenti pensati e testati specificamente per costruire un'auto estrema.
Ad accomunare 4C ed SZ c'è il gusto puro per l'handling più genuino. Ma se uguale è la filosofia, diversa è la ricetta applicata per realizzarla.
Come detto, nel caso della SZ il telaio era purtroppo rimasto quello pesante della 75. Ciò non togle che lì dove si potette intervenire senza spendere una fortuna, lo si fece. Per esempio, si decise di utilizzare anche all’avantreno i molloni elicoidali (coassiali con gli ammortizzatori), in sostituzione delle molle longitudinali a barra di torsione che sulle 75 di serie erano ancorate al pianale: questa soluzione consentiva una messa a punto più facile e risposte ancora più precise nella guida sportiva, in quanto il comportamento delle sospensioni non veniva ad essere influenzato dalle deformazioni del pianale come invece accadeva sulla 75. In più, questo nuovo schema consentiva una riduzione del peso pari a circa 12 Kg. Anche il retrotreno era stato oggetto di modifiche: sulla SZ la molla non era più separata dall'ammortizzatore (come invece sulla 75), ma era concentrica a questo. Inoltre, allo scopo di ottenere una guida più precisa e pronta e di garantire limitate reazioni dinamiche nelle accelerazioni laterali, erano stati eliminati dagli snodi delle sospensioni molti dei tamponi di silenziamento in gomma presenti sulla 75 (e normalmente presenti anche su qualunque altra automobile di produzione). Gli ancoraggi delle sospensioni alla scocca erano del tipo "uniball", riferendoci con questa espressione al perno sferico che viene utilizzato negli attacchi delle sospensioni delle vetture di competizione: essendo rigido, al contrario delle boccole elastiche, garantisce l'esatto mantenimento della geometria voluta; il prezzo da pagare per questa precisione di movimento consiste in un ridotto confort di marcia, in quanto l'accoppiamento interamente metallico, senza interposizioni di parti elastiche, trasmette tutte le vibrazioni alla struttura della vettura. Infine, il ponte posteriore venne modificato in modo tale che i pneumatici non fossero perfettamente perpendicolari al terreno: la campanatura era negativa di 1° 30’ e la convergenza era chiusa di 1 mm. Insomma, pur condizionati dai rigidi schemi della 75, si cercò di modificare tutto il modificabile senza spendere una fortuna.
La 4C, invece, starà sicuramente costringendo tecnici e collaudatori agli straordinari, perché sono dovuti partire da zero, ma questa può essere anche la sua forza: zero vincoli, non adattamenti ma soluzioni completamente nuove.
4C ed SZ, invece, si differenzieranno parecchio sul piano delle prestazioni pure, perché la 4C potrà contare su un rapporto peso/potenza molto vantaggioso, cosa che purtroppo non poteva fare la sua antenata. Non solo perché, appunto, il telaio della SZ restava quello della 75, ma anche perché il motore (che, detto tra parentesi, lì era un anteriore 6 cilindri aspirato di 3 litri , mentre sulla 4C è un centrale 4 cilindri turbo da 1.8 litri) restava abbastanza avaro di cavalli per essere un 3 litri di inizio anni Novanta: era ancora a 12 valvole ed erogava appena 207 cv. Sempre meglio dei 180 cv del V6 3.0 della 164 prima serie e della 75, ma comunque troppo pochi per garantire le prestazioni degne di quell'auto tutta pista e cordoli che la SZ voleva essere: 240 km/h di velocità di punta (raggiunti grazie ad un cambio dalla rapportatura lunga) e 7,5 secondi nello 0-100 km/h non erano prestazioni che facevano gridare al miracolo su auto sportive da 100 milioni di lire. Commentava Quattroruote nella sua prova su strada: "Che sportiva fantastica sarebbe questa SZ con un centinaio di chili in meno e una cinquantina di cavalli in più." Penalizzata pure la ripresa, per via - appunto - del cambio lungo. La 4C credo dovrebbe saper fare di meglio: handling ai massimi livelli sì, ma anche riscontri cronometrici d'alto profilo.
Poi, una cosa che sicuramente la 4C non faticherà ad avere migliore della SZ sarà la trasmissione.
Nel 1990, tre furono i maggiori difetti contestati da tutta la stampa alla SZ. Primo: la linea sconcertante e troppo vistosa (ma questo è tutto sommato soggettivo). Secondo: la spudorata sproporzione tra prezzo e dotazione disponibile (sia di serie che optional). Terzo: il cambio.
Ancora una volta, l'obbligo di adattare ciò che si aveva in casa sulla 75 si trasformò in un clamoroso autogol. Pur coi rapporti allungati, la trasmissione restava quella della 75... cioè ancora quella dell'Alfetta del 1972. Scarsa precisione e innesti lenti erano frustranti nella guida sportiva. Nel 1990, la provò in pista il pilota Ivan Capelli che, a proposito del cambio, così si espresse: "Innanzitutto la leva non è facile da manovrare; poi il comando è ancora lento e soprattutto poco preciso. I rapporti mi sono sembrati un po’ lunghi e la quinta è sfruttabile al meglio solo nei lunghi rettilinei.”
E la 4C? Decisamente sono passati quasi 23 anni... Anzi, ne sono passati addirittura 40, perché il cambio della SZ era quello dell'Alfetta. E mai come in questo caso il tempo che passa lo si avverte davvero: oggi stiamo qui a parlare di cambio TCT...
Infine, un'ultima considerazione. Sulla SZ praticamente mancava tutto. Avevi solo un buon motore, un assetto con effetto suolo e l'asfalto di fronte a te. Nuda e cruda. Però un "lusso" c'era, uno solo: il servosterzo. Mi pare impensabile (e infatti non ci credo!) che manchi sulla 4C. Spero solo che sia un buon caro vecchio servosterzo idraulico. Lo so, i migliori elettrici di oggi (come quello della Giulietta), con l'attuatore montato direttamente sulla cremagliera, fanno miracoli. Ma la pastosità e la corposità di una idroguida diretta e precisa non si batte.
Nel caso della SZ, si usò la resina metacrilica termoindurente “Modar” prodotta dalla azienda britannica ICI, che aveva un elevato grado di resistenza agli urti e alle fiamme, una accettabile finitura superficiale e pure tempi di permanenza negli stampi abbastanza ridotti (per l'epoca). Per costruirla, si seguiva il procedimento dell’iniezione a bassa pressione a freddo entro uno stampo nel quale veniva preventivamente inserito un “materasso preformato” in fibra di vetro. Il Modar resisteva più che dignitosamente agli agenti atmosferici e - cosa determinante per la scelta di questo materiale - era facilmente verniciabile nei soliti impianti a forno con temperature di 80°C. In realtà, la 4C si spingerà oltre, perché sulla SZ si era stati costretti a fare ricorso anche ad altri materiali per garantire un'adeguata rigidità torsionale: è il caso dell'alluminio usato per il tetto. Non solo. Sulla SZ il carbonio lo si era potuto impiegare solo per realizzare l'alettone posteriore, mentre, sulla 4C, in carbonio sarà l'intera scocca.
Diversamente dalla 4C, invece, la SZ scontava un limite enorme: il telaio.
Il telaio della SZ, infatti, restava quello della 75, assolutamente convenzionale e in acciaio, la quale cosa creò parecchi problemi non solo perché si dovette studiare una procedura di incollaggio dei pannelli della carrozzeria in Modar al telaio in acciaio che prima non era mai stata sperimentata, ma anche perché - nonostante tutti gli sforzi possibili e immaginabili - il peso a vuoto della vettura restò sempre a quota 1300 kg, che per un'auto di appena quattro metri costruita con materiali per l'epoca così innovativi e costosi era tantissimo. Ciò, come se non bastasse, nonostante sulla SZ la dotazione di accessori fosse comunque ridotta all'osso pure secondo gli standard del 1990: praticamente, ci voleva poco che risultasse meglio accessoriata persino una berlina degli anni Sessanta. A tal riguardo, è bene ricordarsi che sulla SZ non erano disponibili (neanche come optional) "cosucce" che pure alla fine degli anni Ottanta venivano assolutamente pretese da chi staccava un assegno di ben 100 milioni di lire, come ABS e aria condizionata. In pratica, era un'auto che si acquistava solo per guidare, guidare e ancora guidare. Che, detta così, può sembrare una gran cosa agli occhi dell'appassionato tutto pista e cordoli. All'atto pratico, però, il fatto che si scelse di produrne solo 998 esemplari la diceva lunga non solo sulla insostenibilità dei costi di tutta l'operazione, ma anche sulla consapevolezza che era un'auto assolutamente inadeguata alle richieste del mercato e destinata esclusivamente ad un tipo di consumatore che definire "di nicchia" era già un eufemismo.
Sulla 4C, i progettisti hanno avuto la possibilità di partire da un foglio bianco, potendo contare non su componenti adattati qua e là dove si può, ma su componenti pensati e testati specificamente per costruire un'auto estrema.
Ad accomunare 4C ed SZ c'è il gusto puro per l'handling più genuino. Ma se uguale è la filosofia, diversa è la ricetta applicata per realizzarla.
Come detto, nel caso della SZ il telaio era purtroppo rimasto quello pesante della 75. Ciò non togle che lì dove si potette intervenire senza spendere una fortuna, lo si fece. Per esempio, si decise di utilizzare anche all’avantreno i molloni elicoidali (coassiali con gli ammortizzatori), in sostituzione delle molle longitudinali a barra di torsione che sulle 75 di serie erano ancorate al pianale: questa soluzione consentiva una messa a punto più facile e risposte ancora più precise nella guida sportiva, in quanto il comportamento delle sospensioni non veniva ad essere influenzato dalle deformazioni del pianale come invece accadeva sulla 75. In più, questo nuovo schema consentiva una riduzione del peso pari a circa 12 Kg. Anche il retrotreno era stato oggetto di modifiche: sulla SZ la molla non era più separata dall'ammortizzatore (come invece sulla 75), ma era concentrica a questo. Inoltre, allo scopo di ottenere una guida più precisa e pronta e di garantire limitate reazioni dinamiche nelle accelerazioni laterali, erano stati eliminati dagli snodi delle sospensioni molti dei tamponi di silenziamento in gomma presenti sulla 75 (e normalmente presenti anche su qualunque altra automobile di produzione). Gli ancoraggi delle sospensioni alla scocca erano del tipo "uniball", riferendoci con questa espressione al perno sferico che viene utilizzato negli attacchi delle sospensioni delle vetture di competizione: essendo rigido, al contrario delle boccole elastiche, garantisce l'esatto mantenimento della geometria voluta; il prezzo da pagare per questa precisione di movimento consiste in un ridotto confort di marcia, in quanto l'accoppiamento interamente metallico, senza interposizioni di parti elastiche, trasmette tutte le vibrazioni alla struttura della vettura. Infine, il ponte posteriore venne modificato in modo tale che i pneumatici non fossero perfettamente perpendicolari al terreno: la campanatura era negativa di 1° 30’ e la convergenza era chiusa di 1 mm. Insomma, pur condizionati dai rigidi schemi della 75, si cercò di modificare tutto il modificabile senza spendere una fortuna.
La 4C, invece, starà sicuramente costringendo tecnici e collaudatori agli straordinari, perché sono dovuti partire da zero, ma questa può essere anche la sua forza: zero vincoli, non adattamenti ma soluzioni completamente nuove.
4C ed SZ, invece, si differenzieranno parecchio sul piano delle prestazioni pure, perché la 4C potrà contare su un rapporto peso/potenza molto vantaggioso, cosa che purtroppo non poteva fare la sua antenata. Non solo perché, appunto, il telaio della SZ restava quello della 75, ma anche perché il motore (che, detto tra parentesi, lì era un anteriore 6 cilindri aspirato di 3 litri , mentre sulla 4C è un centrale 4 cilindri turbo da 1.8 litri) restava abbastanza avaro di cavalli per essere un 3 litri di inizio anni Novanta: era ancora a 12 valvole ed erogava appena 207 cv. Sempre meglio dei 180 cv del V6 3.0 della 164 prima serie e della 75, ma comunque troppo pochi per garantire le prestazioni degne di quell'auto tutta pista e cordoli che la SZ voleva essere: 240 km/h di velocità di punta (raggiunti grazie ad un cambio dalla rapportatura lunga) e 7,5 secondi nello 0-100 km/h non erano prestazioni che facevano gridare al miracolo su auto sportive da 100 milioni di lire. Commentava Quattroruote nella sua prova su strada: "Che sportiva fantastica sarebbe questa SZ con un centinaio di chili in meno e una cinquantina di cavalli in più." Penalizzata pure la ripresa, per via - appunto - del cambio lungo. La 4C credo dovrebbe saper fare di meglio: handling ai massimi livelli sì, ma anche riscontri cronometrici d'alto profilo.
Poi, una cosa che sicuramente la 4C non faticherà ad avere migliore della SZ sarà la trasmissione.
Nel 1990, tre furono i maggiori difetti contestati da tutta la stampa alla SZ. Primo: la linea sconcertante e troppo vistosa (ma questo è tutto sommato soggettivo). Secondo: la spudorata sproporzione tra prezzo e dotazione disponibile (sia di serie che optional). Terzo: il cambio.
Ancora una volta, l'obbligo di adattare ciò che si aveva in casa sulla 75 si trasformò in un clamoroso autogol. Pur coi rapporti allungati, la trasmissione restava quella della 75... cioè ancora quella dell'Alfetta del 1972. Scarsa precisione e innesti lenti erano frustranti nella guida sportiva. Nel 1990, la provò in pista il pilota Ivan Capelli che, a proposito del cambio, così si espresse: "Innanzitutto la leva non è facile da manovrare; poi il comando è ancora lento e soprattutto poco preciso. I rapporti mi sono sembrati un po’ lunghi e la quinta è sfruttabile al meglio solo nei lunghi rettilinei.”
E la 4C? Decisamente sono passati quasi 23 anni... Anzi, ne sono passati addirittura 40, perché il cambio della SZ era quello dell'Alfetta. E mai come in questo caso il tempo che passa lo si avverte davvero: oggi stiamo qui a parlare di cambio TCT...
Infine, un'ultima considerazione. Sulla SZ praticamente mancava tutto. Avevi solo un buon motore, un assetto con effetto suolo e l'asfalto di fronte a te. Nuda e cruda. Però un "lusso" c'era, uno solo: il servosterzo. Mi pare impensabile (e infatti non ci credo!) che manchi sulla 4C. Spero solo che sia un buon caro vecchio servosterzo idraulico. Lo so, i migliori elettrici di oggi (come quello della Giulietta), con l'attuatore montato direttamente sulla cremagliera, fanno miracoli. Ma la pastosità e la corposità di una idroguida diretta e precisa non si batte.
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Re: La 4C.
bello il parallelo tra 4c ed Sz
l'unico punto in comune dei difetti che potrebbe avere la 4c con la Sz potrebbe essere proprio nel prezzo, non vorrei che il partire da zero come progetto non incida troppo sui costi e faccia lievitare il prezzo oltre quota 50.000 euro, sarebbe un bel freno per la vendita con i tempi di crisi che ci sono. Se riesce a non superare i 40.000 euro ci sono tutti i presupposti per fare degli ottimi numeri di vendita.zeroalfa ha scritto:Nel 1990, tre furono i maggiori difetti contestati da tutta la stampa alla SZ. Primo: la linea sconcertante e troppo vistosa (ma questo è tutto sommato soggettivo). Secondo: la spudorata sproporzione tra prezzo e dotazione disponibile (sia di serie che optional). Terzo: il cambio.
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Re: La 4C.
tony-gt ha scritto:Se riesce a non superare i 40.000 euro ci sono tutti i presupposti per fare degli ottimi numeri di vendita.
Lo spero anche io.
Quest'auto è un bel giocattolo, io la definirei una toy-car , cioè una di quelle macchine che ci si compra solo per divertirsi la domenica (magari pure in pista): due posti, bagagliaio scarso, confort a dir poco "kartistico", sonorità diciamo un po' invadente , posizione di guida talmente raso terra che pure il quattordicenne alla guida di una macchinetta ti può guardare dall'alto verso il basso. Insomma, l'effetto che farà non sarà molto diverso da quello di una Elise. Proprio per tutto questo credo che noi la ameremo, ma proprio per tutto questo credo anche che pochi potranno staccare a cuor leggero già un assegno di 40 mila euro. Figuriamoci 50 mila. Se ci si fermasse a 45 mila euro, staremmo sulla stessa fascia di prezzo in cui si collocava la 156 GTA, che sicuramente non era una sportiva estrema come sarà questa 4C, però è vero anche che era un'auto vera, nel senso che poteva fare tutto quello che ad un'auto si chiede normalmente di fare ogni giorno.
Certo, c'è anche da dire che la Elise S (1.8 da 220 cv) costa più di 51.000 euro. Se la 4C, con tutte le sue raffinatezze tecniche, costasse veramente 40.000 euro, beh... sarebbe davvero fenomenale!
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Re: La 4C.
Ci credo veramente poco,che il prezzo sia "solo" 40.000€
Speriamo bene..
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Re: La 4C.
test su strada della 4c, o forse dovremmo dire per campi
ps. non capisco perchè non si vede il video, moderatori dove ho sbagliato , metto anche il link http://www.youtube.com/watch?feature=pl ... 0DJS9rjmsE
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Re: La 4C.
Immagino già le battute intelligentissime di certa solita gente che abita l'altra faccia del pianeta Alfa, per i quali la 4C ora non terrà la strada.
Alla fine del video si vede anche un altro mulotipo pesantemente mascherato: pare una berlina...
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Re: La 4C.
si ho notato la vettura alla fine del video ma non si capisce bene, mi sembra un po alta come lineeZeroAlfa ha scritto:Immagino già le battute intelligentissime di certa solita gente che abita l'altra faccia del pianeta Alfa, per i quali la 4C ora non terrà la strada.
Alla fine del video si vede anche un altro mulotipo pesantemente mascherato: pare una berlina...
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Re: La 4C.
fatto!tony-gt ha scritto:ps. non capisco perchè non si vede il video, moderatori dove ho sbagliato
non te lo dico dove hai sbagliato , sarebbe troppo bello
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Re: La 4C.
l'altro mulo sembra un suv....
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Re: La 4C.
mmmm....., tu che di photoshop te ne intendi, la targa e la bandiera sullo sfondo ti sembrano veri ?
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Re: La 4C.
è in USA si capisce anche dalle luci di ingrombo laterale nel paraurti posteriore, obbligatorie appunto in USA, dopo tutto dovrebbe essere la macchina per il rientro di Alfa negli USA è anche normale che la testino un pò lì
l'importante che non diventi un auto da sparo e che sappia fare anche le curve
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Re: La 4C.
promette bene
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Re: La 4C.
sound molto cupo, sembra un v8
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Re: La 4C.
Non capisco perché, ma non riesco proprio a caricarlo: forse sarà colpa della mia connessione troppo lenta...
Potete mettere il link?
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Re: La 4C.
ZeroAlfa ha scritto:Non capisco perché, ma non riesco proprio a caricarlo: forse sarà colpa della mia connessione troppo lenta...
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Re: La 4C.
Visto e sentito, grazie.
L'audio è molto disturbato, ma lo scarico si sente eccome. Magari, proprio un V8 no, ma un L4 molto pompato sì! Questo è un motore che nasce per superare di slancio i 300 cv: chissà che magari pure per la 4C non possa essere allestita in futuro una versione GTA o GTAm da 300 cv... Sarebbe un fenomeno.
L'audio è molto disturbato, ma lo scarico si sente eccome. Magari, proprio un V8 no, ma un L4 molto pompato sì! Questo è un motore che nasce per superare di slancio i 300 cv: chissà che magari pure per la 4C non possa essere allestita in futuro una versione GTA o GTAm da 300 cv... Sarebbe un fenomeno.