Guardate cosa ho trovato al mercato delle cose antiche di piazza marina a palermo.
Mi sono auto documentato sul web:
Fin dal 1910, anno della sua fondazione, l’Alfa si è affidata a grandi cartellonisti come Marcello Dudovich, Gino Boccasile, Walter Molino ed altri. Esprimendosi nello stile Liberty e della Belle Époque, allora in voga, realizzarono manifesti che sembravano più dipinti che vere e proprie pubblicità. Sono spesso metafore visive, molto colorati e con un linguaggio a volte povero: soltanto il marchio di fabbrica o la ragione sociale.
La figura femminile, accostata spesso alla vettura, conferisce eleganza e raffinatezza suggerendo l’idea dell’auto come compagna fidata, rassicurante e, naturalmente, bellissima.
Il messaggio più forte emerge in ogni modo dal richiamo delle vittorie sportive che esaltano il rapporto tra le vetture di serie e i modelli da competizione, un target elitario che accompagna l’Alfa Romeo da sempre.
Il primo, però, fu un manifesto anonimo, che aveva la funzione di annunciare la nascita dell’Azienda evidenziando la "milanesità" dell’Azienda con la rappresentazione del Duomo di Milano. Poi arrivarono i manifesti "firmati".
La prima affermazione agonistica ottenuta alla Targa Florio nel 1914 portò all’Alfa una fama e una notorietà tale da ispirare un movimento appena nato, i Futuristi, che esaltarono la macchina come espressione dei loro sogni, della civiltà dell’avvenire.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, lo stabilimento del Portello fu convertito nella produzione di materiale bellico e la produzione automobilistica riprese solo nel 1919 con un nuovo marchio: Società Anonima Alfa Romeo. In rapporto a ciò venne realizzato il primo manifesto dell’Alfa Romeo con lo slogan: Automobili Alfa Romeo, le migliori per città e turismo. Fu ideato da un artista di nome Elio, autore di altri quattro manifesti datati 1919 tra cui un Mercurio alato, simbolo della scienza e del progresso, che sarebbe proprio quello che ho trovato io.