Il Gruppo VW vorrebbe acquistare l'Alfa...che ne pensate??

[cogi]

Quella volta era solo, per il resto se abbia l'autista o meno

[Twin Spark 16v]

Spero solo che la fine non sia vicina..
ALFA ROMEO A VW MAI!

[Gabrik]

Spero solo che la fine non sia vicina..
ALFA ROMEO A VW MAI!

si a VW MAI! dorvemmo fare una cordata noi del SAC per prenderla

[SpIdErDuX]

si dai.. io ho € 3,50!!!

[Twin Spark 16v]

Qui ci vorrebbe un'Alfista Doc pieno di soldi che investisse sull'Alfa Romeo, solo allora potremmo stare tranquilli..

[Gabrik]

Qui ci vorrebbe un'Alfista Doc pieno di soldi che investisse sull'Alfa Romeo, solo allora potremmo stare tranquilli..

io penso che se tutti i soci di tutti i club di alfisti, si metterebbero d'accordo e l'acquistassero, forse e dico forse l'Alfa finirebbe finalmente in mani di qualcuno carico di passione per poterla riportare ai fasti di un tempo
ma basta sognare, speriamo non finisca in mano ai crucchi, non se la meritano

[SpIdErDuX]

si... forse e dico forse, se tutti i club ci mettono un tot ciascuno, la compriamo.. e poi a chi la facciamo gestire.. e soprattuttamente con quali soldi? ci vorrebbe una camio di pilu per poter andare avanti!

[Xenos]

Io dico che se l'alfa fosse gestita da un Alfista carico di passione come quelli che vedo in giro, fallirebbe nel giro di 3 settimane.

[Meg@M@rkus88]

Io dico che se l'alfa fosse gestita da un Alfista carico di passione come quelli che vedo in giro, fallirebbe nel giro di 3 settimane.

...come quoto...

[cogi]

Intanto sta fallendo da ben 25 anni.

[ZeroAlfa]

...mumble mumble... mumble... forse è meglio dire che la storia dell'Alfa è la storia di un continuo fallimento, sin dagli anni Dieci. Se poi ci dobbiamo fermare alle epoche relativamente recenti, direi che l'Alfa sta fallendo in realtà non da 25 ma da 40 anni: è sin dalla metà degli anni Settanta che i bilanci venivano ripianati dallo Stato. Incredibilmente (per molti, ma non per me), gli unici anni recenti in cui il marchio ha avuto bilanci pressoché in pareggio (con addirittura qualche spruzzatina di utile qua e là) sono stati la seconda metà degli anni Novanta (dal 1995 al 98), prima che la grande crisi di Fiat Auto nel suo complesso (con il conseguente rapidissimo alternarsi di dirigenze diversissime e contrastanti) non si trascinasse giù anche il marchio Alfa Romeo, con gli effetti che vediamo oggi. Vediamo che succederà adesso, in piena epoca Fiat-Chrysler, perché una cosa è certa: oggi si sta chiudendo un'epoca e se ne sta aprendo un'altra.

[Xenos]

Ma infatti per quel che ho studiato io l'alfa e' praticamente stata sempre in perdita'

[SpIdErDuX]

nasce dal fallimento della darracq... sempre a rincorrere... vediamo che succede in questa nuova era automobilistica

[cogi]

Dovremmo pure conoscere le vicende politiche che hanno avvolto l'Alfa Romeo, da li ci spieghiamo le perdite accumulate nel periodo IRI. Con l'Alfetta si perdeva per ogni macchina prodotta 1 milione di lire di allora, eppure in quegli anni era la duemila più venduta. Con una gestione oculata molte cose non sarebbero accadute, ma ogni politico di turno ci metteva le mani con i risultati che ancora oggi abbiamo sotto i nostri occhi.

[ZeroAlfa]

Esattamente. Purtroppo l'Alfa Romeo è stata per decenni un piccolo grande ammortizzatore sociale e una sorta di ammortizzatore del consenso, soprattutto in alcune aree del Paese. L'unico sprazzo di luce, in cui è sembrato che l'Alfa potesse confrontarsi con il mercato secondo le sue leggi, c'è stato alla fine degli anni Cinquanta, quando ci fu anche il coraggio di immaginare uno sviluppo industriale reale: erano gli anni in cui il Portello andava ormai stretto. Ma poi non si è proseguito su quella strada. L'Alfa Romeo avrebbe potuto rappresentare una seconda Eni (esempio illuminato di azienda di stato), ma così non è stato. Comunque, ormai sono cose che - nel bene e nel male - appartengono al passato, e il passato non si può cambiare.

E' vero che l'Alfetta era la più venduta nel suo segmento, però c'è anche da dire che il mercato italiano ed europeo dell'epoca era molto più sedimentato e conservatore, fatto di costi di importazione e di reti di concessionari e di assistenza che svantaggiavano terribilmente i costruttori esteri. Quando, tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta, il panorama economico e sociale ha iniziato a mutare, i listini di bmw e mercedes (già allora più ricchi e completi) hanno potuto cominciare a dire la loro anche in Italia. Comunque sia, mi rendo conto che questi sono ormai discorsi "accademici": sono passati trent'anni, il mondo di oggi segue leggi e regole diverse e globali. Da un punto di vista industriale, la progressiva acquisizione di Chrysler da parte di Fiat pone rimedio all'errore più grande che Fiat ha potuto fare nella sua storia recente: abbandonare il mercato nord-americano. Oggi si torna indietro e, soprattutto, non si ripete quell'errore, evitando di trascurare l'immenso mercato cinese (sul quale si sono sì accumulati ritardi, ma si sta pure iniziando a lavorare per recuperarli).

[cogi]

Avete letto le ultime dichiarazioni di Marchione? personalmente giorno dopo giorno gli credo sempre meno alla sua italianità industriale, e parto dal mio concetto personale che non gli credo nulla.

[ZeroAlfa]

No, io non le ho lette. Che ha detto?

[ZeroAlfa]

Credo che ci si riferisce a questo, giusto?

Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat e Chrysler ha incontrato negli Stati Uniti Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte, in visita all'impianto di Jefferson North, dove viene prodotta la Jeep Grand Cherokee e dove sarà realizzata la prima Suv della Maserati.
Treno in corsa. Con l'occasione l'a.d. ha parlato della joint-venture tra il Lingotto e la casa di Detroit, dello stato di salute e delle aspettative delle rispettive Case. "Il risanamento di Chrysler - ha dichiarato Marchionne - va benissimo: qui il treno è partito e io non posso fermare questa azienda per aspettare Fiat. Alla Casa di Torino è stata data una possibilità negli Stati Uniti, se ce la giochiamo male è colpa nostra".
Europa atrofizzata. Marchionne definisce l'Europa una parte del cuore del progetto globale un po' atrofizzata, riferendosi in particolare a Mirafiori. "Non possiamo chiuderci in casa - ha continuato il manager - e pensare che risolveremo il problema in Piemonte o da altre parti. Il Piemonte ha una multinazionale che va incoraggiata". Sottolinea poi che la contrapposizione non aiuta. "Mirafiori ha qualità ed è sempre all'avanguardia, ma l'approccio deve essere positivo".
L'asse Europa-Stati Uniti. Mostrando a Cota la Fiat 500 per gli States, quella prodotta a Toluca, Marchionne si dice "preoccupato per la lentezza dell'Europa, in cui l'Italia non tiene il passo. Fabbrica Italia, come concetto è stato creato per dare la forza di andare avanti all'economia, ma c'è bisogno di condividere gli obiettivi con gli altri, non posso farlo da solo". E continua mettendo in evidenza che negli Stati Uniti "il discorso politico non lo fanno. Dobbiamo gestire le aziende come aziende". Tuttavia, ha ha definito Mirafiori essenziale e ha chiarito come il suo futuro è legato anche quello dei dipendenti americani. In definitiva, comunque, l'a.d. si dice ottimista e certo che l'asse Europa-Stati Uniti si riuscirà a realizzare.
Fonte: quattroruote.it

L’amministratore delegato Fiat Sergio Marchionne ha espresso parere favorevole riguardo un’eventuale fusione fra il Lingotto ed il gruppo Chrysler, precisando tuttavia che questo scenario verrà considerato entro i prossimi 2-3 anni. “Chi lo sa?” ha detto Marchionne, parlando a San Francisco durante un incontro organizzato dalla JD Power. “Nei prossimi 2 o 3 anni potremmo cercare (di costruire, ndr) una sola entità che potrebbe avere sede qui” negli Stati Uniti. Secondo Marchionne al momento sono al vaglio un certo numero di “alternative e di scenari. Prima abbiamo bisogno di integrarle operativamente e dopo di guardare alla loro governance”. Le due realtà non potranno d’ogni modo legarsi in vincolo finché verranno rimborsati i debiti contratti con il governo statunitense. Marchionne ha poi giurato di voler mantenere il controllo di Alfa Romeo “finché sarò amministratore delegato”, invitando poi il presidente di Volkswagen Group Ferdinand Piech a concentrarsi maggiormente per risollevare Seat. “Non sono certo io ad aver comprato Seat”, ha commentato ironico il manager italo-canadese. “E’ lui ad averla comprata. Non so dire se è in grado di rilanciarla, ma dovrebbe”.
Fonte: autoblog.it

Boh, chi lo sa? Che Fiat e Chrysler possano in futuro arrivare a fondersi in un'unica struttrura societaria è possibilissimo, anzi io credo sia abbastanza probabile. Vedo un po' più difficile, invece, la concentrazione di tutto a Detroit. Le parole di Marchionne possono anche essere un buon pungolo per certa politica che, dalle parte di Mirafiori, non ha ancora capito chela pacchia è finita e che, da adesso in poi, nulla è scontato e tutto bisogna saperselo guadagnare. Comunque sia, due-tre anni è un periodo relativamente lungo per questo mercato dell'auto in cui rivoluzioni e sconvolgimenti arrivano mese per mese. Chissà di che parleremo noi tutti tra due o tre anni. Al di là di tutto, però... Simpatico 'sto botta e risposta tra Marchionne e Piech!! Chissà se il "fuhrer" her Ferdinand ha mai trovato qualcuno capace di sfotterlo facendogli notare che gli errori li può commettere anche lui (vedi Seat, appunto...)!!

[cogi]

L'errore con Seat... l'ha potuta solo far crescere, ma quello con Alfa Romeo è colossale, ha ben poco da sfottere a Piech, dal mio punto di vista.

[ZeroAlfa]

Io non sono d'accordo. Seat non è cresciuta per nulla, anzi... Se prima veniva considerato un marchio con grandi potenzialità, oggi si arriva a minacciarne la chiusura ogni due anni. Sull'Alfa sono stati fatti senz'altro errori importanti nell'articolazione della gamma negli ultimi 6-7 anni, ma nulla a che vedere con la boria con cui Piech sosteneva qualche anno fa di voler fare diventare la Seat l'Alfa del gruppo Volkswagen, salvo oggi iniziare a sbavare proprio dietro il marchio Alfa Romeo, consapevole che di Alfa ne esiste solo una.

[Xenos]

E continua mettendo in evidenza che negli Stati Uniti "il discorso politico non lo fanno. Dobbiamo gestire le aziende come aziende".

Solo per questa frase me lo andrei a limonare.

[cogi]

sai che goduria appena si leva il maglione

[ZeroAlfa]

Ennesima puntata della telenovela:

L'affermazione di Sergio Marchionne, rilasciata a San Francisco durante un incontro organizzato da JD Power, nella quale sostanzialmente il manager ipotizzava la fusione tra Fiat e Chrysler con il conseguente trasferimento del quartier generale negli Stati Uniti nel giro di due-tre anni, ha colto l'Italia di sorpresa.

Le reazioni, com'era prevedibile, non si sono fatte attendere. Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, ha definito le parole di Marchionne «inopportune e fuori luogo». Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha chiesto al Governo di avviare un confronto con la Fiat. E ha aggiunto che la "dichiarazione conferma tutti i timori che avevamo". L'a.d. di Fiat e Chrysler s'è affrettato a rassicurare il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, spiegando che la delocalizzazione delle aree direzionali e progettuali della Fiat non sono previste "né per l'oggi né per il domani".

Dello stesso tenore anche le dichiarazioni del Presidente della Fiat, John Elkann, riportate dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, durante la trasmissione "Che tempo che fa" di Fabio Fazio. La Fiat, ha detto Elkann, non verrà meno agli impegni presi e i centri direzionali avranno sede nelle aree dove si concentra la produzione. Quindi a Torino per l'Europa.

Ha espresso le sue preoccupazioni anche il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani: "Dopo averci spiegato come si facevano i turni, ora Marchionne vuol dirci precisamente quali sono le prospettive della Chrysler? Dobbiamo aspettarci che dopo 150 anni Torino diventi la periferia di Detroit? Non siamo d'accordo. Vogliamo risposte precise". E chiede l'intervento del Governo.
Fonte: quattroruote.it

Entro la fine di questa settimana dovrebbe tenersi un incontro tra Marchionne e il Presidente del Consiglio, per ulteriori chiarimenti sulla vicenda. Mia personalissima opinione... Continua la strategia del ricatto sottile inaugurata con Pomigliano e Mirafiori. Vale a dire: state attenti, perché o l'Italia cambia il proprio approccio industriale oppure noi andiamo via. Poi, quello che gli passa davvero nella testa lo sa solo lui.

[tony-gt]

indubbiamente solo lui sa cosa vuole fare, ma è sicuro che cosi non si può lavorare seneramente, con uno che ogni giorno minaccia di andar via se non gli stanno bene le cose sono più dell'idea che un calcio nel punto giusto al Maglioncino ci starebee proprio bene, perchè i ricatti sociali mi stanno sulle balls

[cogi]

Ma è mai possibile che ogni dichiarazione venga rilasciata negli USA? come si dice dalle mie parti: "si teni i dui rrami", credo calzi a pennello questo detto. Tanto per ribadire la mia srempre uguale opinione, non gli credo proprio niente.